Tornando alla Milano pallavolistica degli anni ’90, molti amici mi hanno detto che si capiva che tutti ci avevano messo tanta buona volontà, ma non eravamo mai riusciti ad entrare nel mondo delle emozioni profonde.
Per riuscirci occorre disponibilità, grande determinazione, voglia di soffrire e motivazioni solidissime.
E’ molto facile confondere il desiderio di fare del proprio meglio dal bisogno, forse meglio dire urgenza o necessità, di fare il massimo.
Solo quando questo strano miracolo avviene si può parlare di squadra speciale.
E’ uno stato felicissimo e fragilissimo: va rispettato senza confondere mai il desiderio con il bisogno profondo di dare il massimo.
Solo chi riesce a non pensare ad altro, chi sente che ogni singola palla è la più importante ha la possibilità di entrare in quella meravigliosa dimensione