Oggi la prealpina chiama me e l'amico Marco Sala i reprobi.
Reprobo, secondo lo zingarelli, è colui che è disapprovato e condannato da Dio, chi è cattivo e ribelle.
Lo fa con ironia per sottolineare che alquanto inspiegabilmente due persone dal noto e incontestabile valore morale, giacciono in luogo che a loro non compete per via di ritorsioni di stampo dittatoriale sud-americano. In poche parole processati per il pensiero. Questo ci fa riflettere. Lo sport dovrebbe essere un campo della vita in cui prevale l'aspetto meritorio e, invece, rieccoci a confrontarci con un problema antico come il mondo: l'incompetenza collegata al nepotismo. Ora non importa che noi si venga diffamati, che si venga additati come persone dalla bassa professionalità, che ci venga ritorta contro una verità incontestabile: che stiamo nel giusto. Non importa. Non conta nemmeno che le nostre parole siano state condivise dalla maggioranza del gruppo e dalla totalità degli esseri pensanti presenti. Io e Marco siamo puniti. Puniti per aver detto la verità. Voglio che rifletta chi siede e sta zitto o peggio chi parla e poi non si sbilancia. Toccherà a Voi un giorno.
Salvador Allende un giorno disse: "Chi cerca di cambiare il sistema dall'interno ne è già complice". " Ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento".