Parabiago eliminato...andiamo su le mani Milanooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!
domenica, settembre 30, 2007
sabato, settembre 29, 2007
venerdì, settembre 28, 2007
il fulmine
è saltato tutto scheda di rete, stampante, gruppo di conitnuità...si riprende lunedì con nuove foto e nuovi racconti, intanto ci sapriamo un pezzo di Jon che non fa mai male...
mercoledì, settembre 26, 2007
martedì, settembre 25, 2007
Amico fragile e altro
in una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi"
per essere corrisposti
E poi sospeso tra i vostri "Come sta"
meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te.
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e non basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate
saranno scontri
lunedì, settembre 24, 2007
da "il bimbo dentro"
Che di lottare al volte ero stanco
Ma per pensare avevo sempre tempo
E ora no Adesso
Ti guardo assente e dico:
"tu non entri
tu dentro di me non entri
ora non più
non mi ferisci più!".
Che stringo a tutti i costi i denti
E pur di non scoprirmi mi tiro Indietro un po'
e ancora un po'
For the future:
Tu che conosci con sincera umiltà
La versione integrale di me
Che custodisci gelosa i "perché"
Prova a ridarmi quell'assurda ironia
La voglia matta di andare via
Ma tornare a casa
....
Che rido ancora senza un senso
E navigo distratto e attento
Ingenuo ma con la testa
O tutto o niente..o sempre o basta!
E che sono qui
per ritrovarmi
E chiedo aiuto a te
Logan Place (Londra parte IV)
Un momento che ho vissuto da solo. "Mi fermai a Earl's Court uscii a sinistra 400mt circa fino al semaforo, avanti ancora, imboccai la prima a sinistra e dopo 50 mt gli occhi si riempirono...commozione profonda" . Uso le parole di Liza Minelli: Thanks Freddie I just want that you now that we are thinking about You...
Non voglio cambiare il mondo, lascio che siano le mie canzoni ad esprimere le sensazioni e i sentimenti che provo ed ho provato. Essere felici è il traguardo più importante per me, ora, e quando sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori che ho commesso e tutte le relative scuse saranno da imputare solo a me: mi piace pensare di essere stato solo me stesso... Adesso voglio solamente avere tutta la gioia e la serenità possibili, e vivere quanta più vita possa, per tutto quel poco tempo che mi resta da vivere.
Freddie Mercury Lover of Life, Singer of Song.
(Statua di Montreaux)
domenica, settembre 23, 2007
venerdì, settembre 21, 2007
giovedì, settembre 20, 2007
mercoledì, settembre 19, 2007
Cultura degli alibi
Il secondo passo è vincere contro le difficoltà, che è un'altra cosa rispetto a noi, perchè quando parlo dei nostri limiti parlo di limiti personali, oltre che della squadra, non limiti in generale. Poi ci sono altre difficoltà di ogni tipo che dobbiamo risolvere, che dobbiamo battere. La nostra squadra oggi è famosa a livello internazionale per un fatto che sembra banale, ma non lo è: siamo famosi perchè non ci lamentiamo mai. Sembra poco, ma non è poco. Potete controllare tutti i giornali dall'89 a oggi, non è mai capitato che dopo una sconfitta noi dicessimo: "È stato il fuso orario, avevamo un giocatore con un'indigestione, abbiamo dormito male, l'arbitro..." Mai. Non l'ho detto mai. Perché ? Perchè anche questo modo di comportarsi fa parte della mentalità Vincente. Tutti possono spiegare perchè non si è riusciti a fare una cosa, pochi riescono a farla lo stesso. E per questo occorre vincere anche le piccole difficoltà. Ad esempio noi siamo una delle poche squadre italiane che quando va all'estero non si porta dietro gli spaghetti, l'olio, il prosciutto, la macchina del caffè. ..Si dice: "Poverini! Se non hanno gli spaghetti a mezzogiorno si deprimono", però dopo bisogna giocare contro venticinquemila brasiliani, che urlano dall'inizio alla fine, e lì non ci dobbiamo deprimere, perchè siamo duri, dobbiamo vincere. Per le altre cose però non siamo così duri. È un po' come preparare l'esercito per la guerra stando in un albergo a cinque stelle: "Stiamo in un albergo a cinque stelle così quando andiamo in guerra siamo in condizioni fisiche migliori." Non credo che questo accada. Il passaggio dal fango dell'addestramento agli spari veri è comunque difficilissimo, ma almeno se siamo abituati al fango è già qualcosa.
Quindi noi non ci portiamo gli spaghetti, non ci alleniamo in posti ideali. perchè se ci alleniamo dove fa sempre fresco, quando poi dobbiamo giocare a Cuba, che è calda, perdiamo. Invece noi dobbiamo vincere, dove fa freddo e dove fa caldo, sempre.
Non riuscire a vincere le difficoltà porta a quella che chiamo la "cultura degli alibi", cioè il tentativo di attribuire il motivo di un nostro fallimento a qualcosa che non dipende da noi. Di solito ci si rifà a cose molto grandi, strutturali, storiche, del genere caratteristiche dei popoli ("Noi italiani siamo così, lo sono nei cromosomi, e allora non c'è niente da fare"). Ma la cultura degli alibi utilizza anche spiegazioni più banali. Nella pallavolo, ad esempio, si verifica questa situazione: lo schiacciatore, che riceve la palla un po' staccata dalla rete e tira fuori, dice al palleggiatore "Prego, la palla più vicina", il palleggiatore, che a sua volta ha ricevuto la palla un pò staccata e ha alzato male, si gira e dice alla ricezione "Ragazzi, la ricezione!", quello che ha ricevuto la palla dall'avversario non può dirgli "Batti più facile", allora dice "Quella luce mi dà nell'occhio", allora devo chiamare gli elettricisti, invece di allenare Adottando la cultura degli alibi elimino la possibilità di utilizzare il feedback, che sta alla base dell'apprendimento.
Il terzo livello di vittoria è vincere contro gli avversari, e qui viene il problema della qualità, nostra e degli altri, ed il problema di misurarla. In tal senso le statistiche ci servono a non fidarci delle semplici impressioni e anche a misurare in cosa dobbiamo migliorare.
Ricerca della qualità non significa infatti ricerca della perfezione, perchè quella della perfezione è un'idea perdente, per il semplice motivo che non è possibile raggiungerla. Se si pretende la perfezione, otteniamo il risultato che il giocatore, vedendo che non ci riesce, comincia a considerarsi in modo negativo, perchè non raggiunge l'obiettivo
che gli abbiamo dato. Uno dei compiti di un vero allenatore è saper individuare fra tutti gli elementi da migliorare in una partita quelli che sono decisivi per la vittoria. Questo significa stabilire delle priorità, e credo che sia una delle cose più difficili da fare. ma stabilire delle priorità è l'unico modo per guidare il processo che porta alla vittoria. Fra tutti i difetti dei giocatori occorre individuarne tre. e su quelli bisogna "martellare", finche non si ottiene il salto di qualità. mentre gli altri li tocchiamo. ma non possiamo pretendere per tutti 10 stesso livello di applicazione.
Vorrei dire qualcosa anche sul metodo. n metodo, senza la conoscenza specifica, profonda di quello che uno fa, è una scatola vuota. Noi come squadra abbiamo applicato un metodo. ma la ragione vera per cui abbiamo fatto un salto di qualità è che la squadra gioca meglio, e perchè una squadra giochi meglio occorre che il suo allenatore sappia di pallavolo, prima che di psicologia, di metodi e di altro. Occorre quindi il metodo, ma soprattutto la conoscenza specifica.
martedì, settembre 18, 2007
lunedì, settembre 17, 2007
A suffragio delle anime dolenti
Intanto un pezzo da "Cercasi Niki disperatamente". A riflessione e conforto per qualche anima in pena.
Vai via, qui la gente non è pronta per te, sai? Vattene dove sai, torna dov'eri, non t'imbrattere di me, dimentica che ho un nome, cancella le mie tracce, smetti d'apparire dove meno t'aspetto e non farmi male, non farmene più. Mollami. Non mi consolare quando piango, non vivere dentro di me, non mi ammalare di te. Non voglio trovarti mentre svolto l'angolo, non voglio morire d'imbarazzo per qualcuno...Fatti vincere. Non farti più riconoscere, illudimi di non trovarti. Fammi guarire...