mercoledì, aprile 13, 2005

Considerazioni parte seconda

L’umiltà, prova esperienza comune, è la scala di una giovane ambizione. Ma, come abbia raggiunto l’ultimo gradino, volge essa le spalle alla scala e rimira le nubi, spregiando i gradini più bassi ond’essa è ascesa.

(Parla Bruto prima della congiura). No, non voglio alcun giuramento...Quale bisogno abbiamo noi di uno sprone, oltre quello della nostra causa che ci spinga a trovare un rimedio ? Quale altro vincolo, oltre a quello di accorti romani che hanno dato parola e che non vogliono sapere di equivocare ? E quale altro giuramento, se non l’onestà impegnata, affinché questo si dia o che altrimenti, per questo si cada ? Che giurino pure i preti e i vigliacchi, i furbi e i traditori, e le vecchie carogne senza più forza alcuna, e, insomma, simili anime tolleranti, le quali tutte accolgono con compiacimento le offese ; e fate giurare per cause perse quelle creature delle quali si sospetta, ma non vogliate macchiare la chiara virtù della nostra impresa col pensare che la nostra causa e la sua esecuzione richiedano un giuramento, quando ogni goccia di sangue che scorre nelle vene di ogni romano, e che vi scorre nobilmente, diviene colpevole di ripetute bastardaggini, se egli infrange la minima parte di una qualsiasi promessa che gli volle mai uscir di bocca.