venerdì, aprile 08, 2005

Monna Montecchi

L’han già notato là molte mattine
a far più rorida, con le sue lagrime,
la recente rugiada mattutina,
e ad addensar le nuvole del cielo
coll’umor dei profondi suoi sospiri.
Poi, come il primo rallegrante raggio
dall’estreme regioni dell’oriente
prende a scostare dal letto d’Aurora
le fumose cortine della notte,
quell’intristito povero mio figlio,
furtivo, quasi schivo della luce,
corre a casa, si rimprigiona in camera,
e lì, sbarrate tutte le finestre,
ed escludendo dalla sua persona
la benefica luce del mattino,
si riproduce, ad arte, un’altra notte.
Questo umor tetro gli sarà fatale
se non l’aiuti qualche buon consiglio
a rimuoverne la segreta causa.