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Il Conte Hans Axel von Fersen anche de Fersen (Stoccolma, 4 settembre 1755 – Stoccolma, 20 giugno 1810) è stato un militare e diplomatico svedese.
Si ritiene sia stato amante di Maria Antonietta di Asburgo-Lorena e la loro intimità diventò quasi certamente fisica. Una versione, probabilmente romanzata, del primo incontro fra i due vuole che si siano conosciuti ad una festa in maschera. Lui le aveva rivolto la parola inconsapevole del fatto che la sua interlocutrice fosse Maria Antonietta. Quando però ella si allontanò e tutti le andarono incontro, capì d'aver chiacchierato con la più importante donna di Francia.
Si racconta che l'amore di Fersen per la regina rasentasse l'adorazione. Maria Antonietta, affascinata dal giovane svedese, si lasciò coinvolgere molto intimamente a questo amore.
Fersen ebbe molte altre relazioni, anche parallelamente alla regina, ma si dice che l'unica donna davvero amata fu Maria Antonietta e che anche nei rapporti con altre donne pensasse continuamente a lei. Il loro amore, seppur impossibile, continuò, per certi versi, fino al 1793 anno in cui la regina venne ghigliottinata. Frequentò quindi spesso la reggia di Versailles e non mancarono le voci ed i pettegolezzi sui due.
Non risulta che la regina abbia fatto nulla per troncare la relazione, ma Fersen, probabilmente ed inutilmente deciso a dimenticarla, o forse per mettere a tacere i nobili francesi, partì per l'America. Al suo ritorno, si ritiene, riprese la relazione con Maria Antonietta, anche in maniera piuttosto evidente.
Lo stesso Luigi XVI era a conoscenza della relazione. Forse per questo motivo Fersen non si sposò mai: il matrimonio previsto con una nobile donna venne da lui rinviato all'infinito. Scrisse infatti alla sorella che, se non poteva essere della donna che amava e da cui era amato, a sua volta non voleva essere di nessun'altra in modo duraturo.
La figura di questa "amabile donna" (come egli la definì) turbò sempre la sua esistenza. Per lei mise in pericolo la sua vita e rinunciò al matrimonio. La celebre frase "tutto a te mi guida", stemma della sua famiglia, è ritenuta da alcuni conferma del loro amore e, secondo alcune testimonianze, venne incisa su due anelli.
Fersen guidò la fallita fuga fermata a Varennes dei reali, ma lasciò la comitiva poco prima dell'arresto, ormai vicino al confine coi Paesi Bassi austriaci, fiducioso nella riuscita dell'impresa. Non si perdonò mai quest'assenza, che probabilmente gli salvò la vita. Egli cercò invano di salvare Maria Antonietta dalla ghigliottina, sino a tornare in incognito, a rischio della vita, a fianco della regina ormai prigioniera del suo popolo, dopo la fallita fuga.
Vagò poi per l'Europa, anche in qualità di diplomatico per conto del re di Svezia Gustavo IV, da uomo politicamente influente, ma dalla sua corrispondenza privata risulta non sia mai più tornato ad essere felice come al fianco di Maria Antonietta.
Nel 1810, nello stesso giorno dell'anniversario della fuga a Varennes (20 giugno), venne linciato da una folla inferocita che lo accusava (a torto) d'aver avvelenato Carlo Augusto, duca di Augustenburg, erede al trono di Svezia.
La sua ricca corrispondenza con la Regina rimase nascosta sino alla metà dell'ottocento, quando gli eredi ne autorizzarono la parziale pubblicazione; per un malinteso senso del pudore verso la memoria dell'antenato e della sua regale compagna, tutte le frasi contenenti espressioni denuncianti un'eccessiva intimità vennero cancellate a mano. Alla fine dell'ottocento, quando la tecnologia avrebbe permesso di decifrare anche questi passi, tutte le missive "incriminate" vennero bruciate.